Al giorno d'oggi esistono ancora individui che dichiarano l’unicità del loro sistema di insegnamento, poiché insegnatogli da allievi di Bruce Lee o altri personaggi, noti nel mondo delle arti marziali. Ma nel XXI secolo è possibile parlare ancora di un Jeet Kune Do lasciatoci in eredità dal grande Bruce? Vinicio Del Beccaro, fondatore e Head Instructor della Combat Dept., ritiene sia inconcepibile che si possa ancora utilizzare il termine Jkd per fare riferimento ad un sistema ben preciso.
V.D.B.: Bruce non ha lasciato un prodotto confezionato, sempre valido per ciascuno di noi. La sua eredità consiste semplicemente in un’idea di sistema, una bozza di un progetto che è in continua evoluzione, adattandosi ai differenti luoghi e spazi e alle caratteristiche fisiche di ciascuno. Dal nostro punto di vista, in quanto Combat Dept., Jeet Kune Do è solo una parola che indica non solo un sistema, bensì una maniera di concepire il combattimento. Il nostro Jkd è completo: spazia dallo studio della Kick Boxing all’approfondimento del trapping, fino a sviscerarsi nel grappling. Il nostro programma è completo perché ci permette di allenarci a 360 gradi, senza tralasciare alcuna distanza.
Ma se inserite anche gli sport da combattimento e le tecniche di grappling nel vostro sistema, allora potete considerarvi dei veri e propri insegnanti?
Ma se inserite anche gli sport da combattimento e le tecniche di grappling nel vostro sistema, allora potete considerarvi dei veri e propri insegnanti?
V.D.B.: Non siamo tanto sfacciati da proclamarci istruttori di Kick Boxing o di Brazilian Jiu Jitsu. Certamente ci alleniamo, ci aggiorniamo e partecipiamo a stages formativi, per migliorare le nostre tecniche e le nostre prestazioni. Ma questo non ci rende istruttori specifici di queste discipline. Semplicemente, le tecniche prese da questi sport rientrano nel nostro programma di addestramento, come anche il Kali filippino.
Ma allora non è meglio dedicarsi ad un’unica disciplina e approfondirla in maniera specifica?
V.D.B.: Ritengo importante saper gestire qualsiasi conflitto, sia a lunga che a corta distanza. E questo è possibile solo se si ha una base delle discipline fondamentali: Kick, Trapping, Grappling. Non sappiamo mai, in anticipo, se un combattimento si svolgerà a piedi, in terra o a distanza ravvicinata. Di conseguenza, occorre conoscere le tecniche più efficaci e saperle omologare in maniera fluida. Questo è un po’ l’obiettivo della nostra associazione. Per noi è fondamentale riuscire a miscelare il lavoro di Kick con quello relativo al Kali, al Trapping e al Grappling, perché solo in questo modo sarà possibile passare da una tecnica all’altra in maniera fluida. A differenza di altre scuole e programmi, dove le discipline vengono studiate singolarmente e separatamente.
Cos’ha in più la Combat Dept. rispetto alle altre scuole di arti marziali?
V.D.B.: Credo che una caratteristica fondamentale consista nel fatto che non esaltiamo la nostra associazione gettando fango sugli altri. Piuttosto, preferiamo confermare la validità del nostro programma mettendoci a disposizione per stages, lezioni private, corsi ecc… Altra caratteristica della Combat Dept. è il forte rapporto di amicizia, creatosi, nel corso di questi anni, tra i nostri istruttori. Credo di affermare il vero quando dico che, prima di essere validi collaboratori, sono soprattutto degli amici. È fondamentale creare un rapporto simile con i propri allievi e istruttori, per lavorare in un clima di serenità e, di conseguenza, in un ambiente migliore.
Prima accennavi al fatto che per voi è importante dimostrare la validità del vostro programma. Per questo organizzate stages e corsi. Ma la vostra associazione non si limita al solo insegnamento… Infatti, so che avete dato vita anche ad una squadra agonistica, che gareggia nelle seguenti discipline: Kick Boxing, Sumbission e Free Fight/Valetudo. Come mai questa scelta?
V.D.B.: Molti allievi hanno espresso semplicemente il desiderio di intraprendere la carriera agonistica. Altri, invece, hanno sentito la necessità di volersi confrontare, per capire quali potessero essere le proprie reazioni al momento di un confronto fisico. Così, insieme ad alcuni miei collaboratori, ho deciso di inserire un team agonistico e abbiamo già ottenuto dei buoni risultati. Sono certo che nei prossimi mesi faremo grandi progressi.
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